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Le Società Operaie di Mutuo Soccorso nel Vallo di Diano

Le società operaie di mutuo soccorso sorgono nell’Italia Meridionale in periodo post-unitario (1). Per ciò che riguarda specificamente il Vallo di Diano vengono a inserirsi in una realtà sociale che conosceva altre forme solidaristiche, le quali o erano legate alle pubbliche isti­tuzioni (monti frumentari, congreghe di carità) o deriva­vano da esigenze locali. Queste, a loro volta, potevano in­sorgere in momenti occasionali (la «giornata a rendere», in periodo di mietitura, di vendemmia, di uccisione del maiale, di tosa delle pecore) oppure assumere forma associativa stabile («mànnara», «società degli animali»). La «mànnara» era una società cooperativa di produzio­ne tra piccoli proprietari di vacche, i quali conferivano a turno la produzione quotidiana del latte a uno di loro per consentirgli di caseificarlo (fare il «jurnale»). La «so­cietà degli animali» era una società di mutuo soccorso che consentiva ai proprietari di animali vaccini che aves­sero avuto la sventura di perdere un capo di bestiame di ricevere un aiuto finanziario dagli altri soci.

Queste forme associative locali servivano a gestire la realtà economica esistente; non avevano in sé alcun pro­getto di diversa realtà politica.
Le società operaie, accanto a finalità solidaristiche di mutuo soccorso, rivelano intenti politico-sociali che deri­vano dalle ideologie del Risorgimento. Alcune di esse si richiamano specificamente a principi mazziniani (2). La So­cietà «T. Tasso» di Sala Consilina nominò presidente ono­rario Giuseppe Garibaldi.
I soci ordinari erano, per lo più, artigiani e commercianti, che formavano la massa degli iscritti. Ad essi si affiancavano pochi soci onorari, che rappresentavano i notabili del po­sto e spesso erano anche capi-elettori di qualche deputa­to. Attraverso i notabili confluivano posizioni politiche nell’ambito di queste associazioni. Al momento delle ele­zioni, in assenza di partiti politici organizzati, l’uno o l’al­tro candidato si serviva della società operaia come pun­to di appoggio.
Tra gl’intenti delle società operaie c’erano: il mutuo soccorso in caso di malattia e inabilità al lavoro e l’istitu­zione di cooperative per l’acquisto di generi di consumo, di semi, antiparassitari e attrezzi agricoli per il migliora­mento materiale della «classe operaia»; l’istruzione e l’e­ducazione dei Soci per la elevazione intellettuale e morale della stessa, al fine, in certi casi, di combattere «il fana­tismo e i pregiudizi religiosi» (3).
All’inizio della presente ricerca si conosceva solo la «T. Tasso» di Sala Consilina, perché è l’unica, che, risorta dalle ceneri del fascismo, esiste ancora oggi.  Franco Perrone, se­gregario della società all’inizio degli anni Ottanta, fornì notizie documen­tate su essa e su varie società operaie anche fuori dell’am­bito del Vallo di Diano. Procedendo nella ricerca, si è rin­venuto lo Statuto della «Cristoforo Colombo» di Sassano e si sono trovate notizie di fonte scritta per altre due so­cietà di Sala Consilina, per la «Società Italo-Americana» di Sant’Arsenio e per la «Società operaia-agricola "Patria e lavoro"» di Atena.
Per i restanti comuni del Vallo ci si è dovuti riferire a testimonianze orali di persone vissute all’epoca in cui le società erano ancora operanti. Talvolta è stato difficile rintracciarle e le informazioni ottenute non sempre sono risultate convincenti. È stato necessario allora ricorrere a testimonianze di confronto. Le memorie orali sono state in più casi confermate da documenti scritti rintracciati in seguito o dalla individuazione precisa della sede dello scom­parso sodalizio. In due soli comuni, Padula e Buonabitacolo, non si sono trovate persone che potessero fornire notizie.
La presente ricerca non ha la pretesa di essere esaustiva, ma si propone di tracciare un primo sommario panorama che postula ulteriori approfondimenti. La informazione qui fornita ha, in certi casi, per lo meno il me­rito di aver raccolto testimonianze prima che si potesse­ro disperdere.
Non sempre è stato possibile appurare la data di fon­dazione delle singole società. Per la «T. Tasso» di Sala Consilina, l’attuale Statuto (che è del 1908) fa riferimento a quello precedente del 1867. Lo Statuto della «Cristoforo Colombo» di Sassano risale al 1894. Si ha notizia che la «Società Operaia di Mutuo Soccorso» di Polla è del 1879. «La fratellanza casalbuonese» risulta nata nel 1897.
Va sottolineato il rapporto con le Società di operai emigrati in America: per Sala, Sant’Arsenio e Sassano si hanno dati certi.
Un tratto distintivo di rilevante importanza è la di­versa caratterizzazione ideologica delle Società. Se la «T. Tasso» si distingue per spiriti laici, la «Cristoforo Colom­bo» di Sassano è posta sotto la protezione di S. Giovanni Battista. A Sala stessa nel 1882 monsignor cav. Favati fon­dò una «Società Umanitaria di Mutuo Soccorso del Cir­colo Cittadino» di supponibile ispirazione cattolica; a Sant’Arsenio nel 1885 il parroco era autorizzato a benedire la bandiera del sodalizio.
Nel secondo decennio del Novecento si registra la na­scita dei «fasci operai», con intenti analoghi a quelli del­le società di mutuo soccorso: se ne ha notizia per Sant’Arse­nio («Garofalo rosso», 1913), Polla (4), Sala Consilina (1919) (5).
Negli anni ‘20, per effetto del clima politico creato dal regime fascista, si perdono via via le tracce delle Società di Mutuo Soccorso: per Sala nel 1923 si assiste al distacco di una quarantina di soci (diventati rapidamente una ottantina) dalla «T. Tasso» per fondare una nuova so­cietà di mutuo soccorso denominata «Fascio dei Lavorato­ri», con tendenziale disposizione favorevole al fasci­smo (6).
La «T.Tasso» sopravvive, per qualche tempo, ma, fon­data l’Opera Nazionale Dopolavoro nel 1925, il Fascismo costringe, entro il giro di pochi anni, tutte le associazioni non di regime a confluire nell’unico organismo nazionale o a sciogliersi.                                                                      

                                                                                            Giuseppe Colitti

 (1) Vedi D. Ivone, Le società operaie di mutuo soccorso nella città meridionale della seconda metà dell’Ottocento, in CLIO, XVIII (1982). V. pure, dello stesso autore, Associazioni operaie, clero e bor­ghesia nel Mezzogiorno tra Ottocento e Novecento, Milano 1979. 
(2) Vedi Ivone, Le società operaie, ecc.
(3) Statuto della Società op. « T. Tasso », Sala Consilina, a. 1908 - art. 2. 
(4) Vedi G. Colitti, Popolo e Risorgimento nella tradizione orale del Vallo di Diano, P. Laveglia ed., Salemo 1982, pag. 52.
(5) Vedi A. Rimoldi, Cronaca di Sala Consilina, pubblicata nel giornale «IL MATTINO» - MCMXIX - MCMXXVIII, Sala Consilina, Tip. di F. Auleta 1928, pag. 29. Tale «Fascio Operaio» non è da confondere col «Fascio dei Lavo­ratori » sorto a Sala nel 1923 come Società di mutuo soccorso staccatasi dalla «T. Tasso». Viene segnalata, accanto ai Fasci operai, l’esistenza, nella stessa epoca, delle «Associazioni Combattenti»: vedi A. Rimoldi, Cronaca cit., per le sezioni di Sassano (pag. 61), Sala, Atena e Padula (pag. 90), Sanza (pag. 109). Per la sezione di S. Arsenio, vedi rev. G. Pandolfo, II Comune di S. Arsenici e la sua Chiesa, Boccia - Salerno 1978, pag. 269. A Buonabitacolo, infor­ma il Rimoldi (pag. 71), la locale sezione diede vita a una cooperati­va di consumo, favorevolmente accolta dalla «popolazione, che spe­ra vedere nella nuova cooperativa un freno alla cupidigia dei non mai sazi negozianti». 
(6) Vedi A. Rimoldi, Cronaca cit., pag. 135 e segg.