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Società operaia-agricola-artigiana

Sorta nella seconda metà dell’Ottocento, fu soppres­sa in periodo fascista, dopo l’istituzione dell’O.N.D. Ultimo presidente: Felicetto Cardiello di Arsenio, col­tivatore diretto, soprannominato «Folocione». Ultimo segretario: Fortunato Mangieri. Tra i presidenti si ricorda: Pietro Franco. Recapito dei soci era un piccolo locale tenuto da un calzolaio denominato «il Marchese», che vi aveva siste­mato il suo deschetto e un banco con qualche bottiglia di liquore e una caffettiera. Sulla porta del locale, che si tro­vava nella via che va da Piazza Plebiscito a Largo Chiesa,  aveva collocato un’insegna con la scritta: «Piccolo Caffè della Società Operaia Agricola Artigiana».
Tra le finalità del sodalizio c’era la cooperazione e l’as­sistenza. Quest’ultima si esercitava attraverso sussidi e pic­coli prestiti.
Emanazione della Società Operaia era una cooperati­va che curava l’acquisto di derrate alimentari (riso, pa­sta) che vendeva ai soli soci a prezzi concorrenziali, di pro­dotti agricoli per piantagione e semina (patate e grano) e di antiparassitari (solfato di rame, zolfo).
Ultimo gestore della cooperativa fu Antonio Coiro, contadino.
La società aveva una sua bandiera; nelle cerimonie ufficiali il Presidente e il Segretario portavano una fascia tricolore, i soci si fregiavano di coccarda, essa pure tri­colore.
Fra le cerimonie a cui la Società partecipava c’erano i funerali dei soci o dei loro familiari e le processioni religiose.
In periodo di elezioni si tendeva a utilizzare il sodalizio come punto di appoggio per qualche candidato alla Ca­mera dei Deputati (1).


(1) La scheda è stata compilata in base a informazioni fornite dal prof. Francesco Franco, che ha attinto a ricordi personali e ha utilizzato la circostanziata testimonianza del suocero sig. Domeni­co Quaranta, ci. 1898.