SALA CONSILINA
La più antica attività teatrale di cui si ha notizia risale al 31 dicembre 1885: ne è testimonianza un manifestino con l’intestazione Teatro Duca Oliva, presumibilmente nel palazzo Oliva, poi sede del Dopolavoro; vi si annunziava per «le ore 7 p. m. precise» la rappresentazione della commedia in 5 atti di Ottavio Feuillet, Il romanzo di un giovine povero. Ne erano interpreti nomi noti della borghesia dell’epoca: M. Arcieri, E. Cioffi, F. Auleta, A. De Marsico, O. Falcone, M. De Vita; si nota un N. N., una persona che preferiva restare in incognito; il cognome Fanchiotti, sconosciuto tra quelli di Sala Consilina, ripetuto per ben tre volte accanto a personaggi femminili, fa pensare a maschi travestiti per evidenti pregiudizi dell’epoca (1).
Notizie di fonte orale si sono avute per gli anni dell’immediato primo dopoguerra. Si trattava per lo più di artigiani, come quelli che si riunirono intorno al sarto Vincenzo Perrone; comico della compagnia era Gennaro Petrazzuolo, elettricista.
Le donne erano ancora sostituite da attori maschi travestiti (2). Così pure nella filodrammatica che si formò verso la fine degli anni ‘20 intorno al sarto Michele Paladino, che all’età di nove anni aveva imparato a fare il suggeritore con Perrone. Egli, in qualità di attore, raggiunse col tempo una tale bravura, da sostituire il secondo attore in una compagnia teatrale che veniva da Napoli. Gli attori erano, fra gli altri, Giovanni Tieri, Tonino Lobefalo, Antonio Gesummaria, il rag. Cirillo, Peppino Ungherese (comico); preparava il palco, le scene, gli effetti scenici Giovanni Fantini. Tra i titoli delle rappresentazioni vengono ricordati il Faust, II padrone delle ferriere, II ballo in maschera. Seguiva la farsa. Recitavano in un locale grande nel palazzo della Grangia, soprannominato «II San Carlino». Gli spettacoli erano onorati dalla presenza del federale Paladino e dall’ing. Giuseppe De Vita, suo parente e poeta dialettale, che incoraggiavano l’attività. Alla fine si passava tra gli spettatori con la borsa e col ricavato si faceva un pranzo. La filodrammatica restò in piedi due o tre anni.
È da segnalare, negli anni ‘20 e ‘30, il passaggio di compagnie teatrali napoletane come quelle di Ronzoni-Di Tolla, Carlo Titta, Bonocore-Papa e Milioni, una delle quali utilizzò il Paladino in una parte non secondaria del Conte di Montecristo. Verso la metà degli anni ‘30 la compagnia Lelio-Rizzotti si sarebbe fermata per circa due mesi, recitando tutte le sere opere di Pirandello, sempre con successo di pubblico, grazie alla qualità elevata della recitazione e della tecnica scenografica (3).
L’attività che si registra negli anni immediatamente successivi è quella del Circolo Cattolico «Pio XI» di Santo Stefano sin dagli inizi degli anni ‘30. Per il periodo 1933-34 vengono ricordati Domenico e Gerardo Viceconte, Vincenzo Mele, Michele Pappalardo. Qualche anno dopo si trovano impegnati, oltre ai fratelli Viceconte e Vincenzo Mele, muratori, studenti (es. Enrico Rossi, Giulio Perongini) e commercianti (es. i fratelli Arturo e Gaetano Ricciardi).
Questa filodrammatica, come quasi tutte le altre improvvisate da dilettanti, costruiva da sé il palco, l’illuminazione, gli effetti scenici (il tuono con un foglio di latta, il fulmine con una sorta di arco voltaico, il vento con un pezzo di legno che si faceva roteare legato a una cordicella). Si rappresentavano riduzioni di racconti di Cuore di De Amicis e soggetti improvvisati su semplici canovacci.
Recitarono, oltre che nella sede del circolo, a Polla in presenza di autorità locali e provinciali (4).
Un’attività filodrammatica si registra nella seconda metà degli anni ‘30 presso il Liceo Ginnasio «Principe di Piemonte», con la presenza delle donne, inizialmente distinta da quella dei maschi. Durante il Trattenimento artistico pro cassa scolastica dell’Istituto il 30 maggio XIX (dell’era fascista: 1936) si esibiscono le alunne Dolores D’amico, Lina Campanile, Filomena Rienzo e Giuseppina Paladino in Il segreto di Dorina di Giuseppina Viti Pierazzoli; i maschi Italo Siciliani, Giuseppe Caliendo, Michele Sarli, Francesco Perotti ed Ernesto Mango in Medaglie al valore, bozzetto drammatico (del I Tempo Mussoliniamo) in un atto del Preside Gaspare Caliendo, nonché Ernesto Mango, Italo Siciliani e Francesco Perotti in L’abito è di prammatica, commedia in un atto di F. Germani e M. Desvallières. Le rappresentazioni si alternarono a brani musicali al pianoforte.
In un manifestino non datato, sotto la presidenza del preside Caliendo (1935-1937) risultano recitare, finalmente in promiscuità, nella commedia La signora è partita di Gaspare Cataldo, rappresentata nella palestra del Liceo, sotto la regia della prof.ssa Balzelloni, accanto agli studenti Fausto Garone, Alfonso Ragognetti, Giulio Perongini, Angelo Silvestri, Alfredo Donadio, le studentesse Maria Filomena Russo e Rita Cappa (6).
L’attività teatrale continuò a prosperare e a maturare nel Liceo sotto la presidenza di Amedeo De Flora (1938-39). Nel 1939 fu rapresentata La fiaccola sotto il moggio di Gabriele D’Annunzio, da alunni di varie classi sotto la regia del prof. Giuseppe Martano, ordinario di cattedra a ventiquattro anni, poi docente di filosofia antica presso l’Università di Napoli. (7).
All’incirca nello stesso periodo lo studente Enrico Rossi, con alcuni studenti suoi colleghi rianima l’Associazione Giovanile di Azione Cattolica «Pio XI». Si sarebbe cimentato nel dramma di P. A. Cremonesi, in tre atti, Sui ruderi dell’amore, in copioni di sua invenzione e in riduzioni di brani del Cuore di De Amicis (8).
Nel maggio del 1938 cominciò a dare una serie di spettacoli la filodrammatica di Azione Cattolica «Pier Giorgio Frassati» della parrocchia di S. Pietro Apostolo sotto la guida di don Giovanni Siciliani, che faceva da suggeritore e regista e che aveva iniziato l’attività presso la parrocchia di S. Stefano.
Gli attori erano, anche qui, studenti e artigiani: i fratelli Pietro e Peppino Gasaro, che, oltre a rivelarsi bravi attori, dipingevano le scene ed esercitavano un’azione trainante, gli studenti Alfonso Ragognetti e Mario Campanile. Accanto a questi sui manifesti si leggono i seguenti altri nomi: Nino Donatelli, Giovanni Consalvo, Michele Pernetti, Fausto Garone, Luciano Napoli, Carmine Catuogno, Vincenzo D’Alto, Antonio Russo, Vincenzo Paladino, Santino Cedrola, Pietro Santorufo, Mario Citera, Sabino Ciorciari, Biagio Calvanese e Giuseppe Catuogno.
Rappresentarono Dio non paga il sabato (maggio 1938), Dopo Caporetto (26 giugno1938), II delitto di via Bretagna (27 agosto 1938), II grande silenzio, II telegramma con risposta pagata (non datato), Ali spezzate (2-3 dicembre 1939), probabilmente l’ultimo, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. (9). Non è da escludere la collaborazione col N.U.F. (Nucleo Universitario Fascista) cui erano associati anche studenti della terza Liceo.
L’attività riprese con più vigore nell’immediato dopoguerra. Direttore della filodrammatica fu Giuseppe Clarizia, sarto; Peppino Gasaro fungeva da regista; fra gli attori si distinsero Peppino, Renato e Michele Gasaro, pittori, Giulio e Gaetano Perongini, Arturo Branda, Vincenzo Mormile, Andrea Sabini, Franco Rennola e la sorella Alba, Carmelo Catuogno, Giuseppe Sarnelli, Vincenzo Jannone, Giuseppe D’Auria e altri.. Suggeritore e regista era don Giovanni Siciliani.
Intorno alla fine degli anni ‘30, periodo fervido di attività teatrale stimolata forse anche dal passaggio di compagnie di artisti come Angelo Musco, va segnalata un’attività forse marginale sia per qualità artistica che per risonanza popolare, quella della sceneggiata, che vide animatore un pastaio napoletano (lavorava presso il pastificio Fina), Gennarino Cimmino, in casa di Pantaleone Di Somma, nella Valle. In occasione di feste si riunivano per fare baldoria con strumenti musicali fatti da loro stessi, come putipù e triccobballacco, e così pensarono di dar vita anche a lavori teatrali: Zappatore, Guapparia, ecc. Ne erano interpreti, insieme al Cimmino, lo stesso Di Somma e Angela Pennacchio con altri che non si riesce a ricordare. Vi prendeva parte pure Tanino Viola con le sue macchiette (10).
In una gara di emulazione, ai limiti dell’ostilità, svolsero attività teatrale il Circolo Universitario e gli «Amici dell’Arte», quasi contemporaneamente alla filodrammatica «Pier G. Frassati», negli anni dell’immediato ultimo dopoguerra.
Sotto la regìa del prof. Italo Siciliani recitarono più volte gli studenti universitari dell’epoca, fra i quali Igino Cappelli, Angelo Santorufo, Noemi De Biase, Franca Mele, Pupetta Paladino, Fausto Garone, Cesare Guariniello (comico della compagnia). Uno dei titoli rappresentati è Due dozzine di rose scarlatte.
Gli spettacoli venivano dati nel cinema Adriano (11). Gli Amici dell’Arte si avvalsero del vigore organizzativo di Michele Vannata e dell’estrosità del regista Nini Sorrentino. Oltre a mettere in scena con successo testi drammatico-narrativi come Piccolo mondo antico del Fo-gazzaro, si distinsero nella rivista musicale col ricorso anche a testi dialettali ispirati alla vita politica e civile del tempo (rimase celebre la parodia su lu sìnnicu cravunàru Santorufo) cantati sull’aria di motivi allora in voga. Comico della compagnia era Antonio Magaldi. Attori e/o cantanti erano, tra gli altri, Lucietta Telesca, Maria D’Auria, Marietta D’Ausilio, Regina Lasala, baronessina Lina Romano, Nicola Colucci, Giulio Perongini, Salvatore Moscariello. Recitavano al cinema-teatro Primula. L’orchestra si avvaleva non solo di suonatori locali come Umberto Busato al violino, ma anche di altri provenienti da Salerno (12).
Rappresentarono, fra gli altri titoli: Occhio per occhio, Una notte sul molo, La cantata dei pastori, La trilogia del calvario, Pia dei Tolomei. Rimase memorabile la scena del Cristo sulla croce impersonato da Renato Gasaro nella Trilogia del Calvario, che fu recitato tre sere di seguito nella sede del Circolo e, sempre con lo stesso successo di pubblico, al cinema Primula. Si recarono a recitare anche presso il convento dei Francescani a Padula e presso quello dei Giuseppini a Teggiano.
Al dramma si accompagnava la recita di una farsa. L’entusiasmo si andò affievolendo con l’acuirsi dei contrasti politici di quelli anni, maturati tra cattolici e frontisti (1948). Non va dimenticata l’opera di assistenza, anche finanziaria, di don Paolo Paladino (13).
Altra aggregazione importante è quella che si formò all’interno del Liceo-Ginnasio da parte degli studenti, con la collaborazione di alcuni insegnanti. Si provava di pomeriggio nella palestra, dove avevano installato il palco. Si rappresentarono, col ritmo di una all’anno, commedie e drammi; tra essi vengono ricordati: Medaglie al valore, del preside Caliendo (1936) con Pina Paladino, Dolores D’Amico, Italo Siciliani, ecc.; La nemica, di Dario Niccodemi (1939), con Pina Paladino, Salvatore e Giulio Perongini, Vera e Ilj Bilotta, Lucietta Telesca, Enrico Rossi, Igino Bruno.
Fra gli altri attori di quegli anni si ricordano anche Michele Sarli e Alfonso Ragognetti (di Petina). Si ha un manifestino non datato della rappresentazione La signora è partita, commedia di Gaspare Cataldo. Gl’interpreti sono quelli già indicati nella relazione iniziale. Il prezzo del biglietto è di Lire 3,00. Il titolo della farsa è A Roma oggi (14).
Il prof. Italo Siciliani, figurerà ancora come regista, verso la metà degli anni ‘50 in una nuova iniziativa nata nell’ambito del Liceo: fu rappresentato Scampolo dal prof. Daniele Caiazza, Luisa Guaitini (studentessa di ginnasio), Peppino Cappelli (studente universitario) ed altri. Il successo ottenuto li portò a recitare il lavoro anche a Lagonegro (15).
In una data imprecisata tra il 1957 e il 1958 un gruppo di studenti liceali, tra i quali Enzo Mattina, poi sindacalista e deputato, Ciro Ferrara, Gennaro Ambrosio, Vito De Honestis allestirono nel teatro «Romano» uno spettacolo con scenette improvvisate sulla base di un canovaccio ispirato alla vita scolastica (il professore un po’ strano, lo studente «sgobbone» ecc.).
Va segnalata anche, col favore del Preside Daniele Caiazza e l’attenzione della professoressa Franca Cimino un recital (primavera 1961) di brani letterari, italiani e stranieri, con accompagnamento di chitarra (16).
In una successiva pausa di silenzio teatrale, segnata da iniziative ideologizzate, vale la pena ricordare l’attività del cineforum e la Festa grande d’aprile nell’aula magna del Liceo, nella mattinata del 24 aprile 1975, per la celebrazione della Resistenza, a iniziativa del prof. Vincenzo Curcio e con la presenza, ancora una volta del prof. Italo Siciliani.
Alla fine dell’anno scolastico 1979-80 gli alunni della III C del Liceo interpretano un copione del prof. Pasquale Petrizzo sul tema della fame nella tradizione popolare, composto di canti e parti recitate. Il gruppo, con la partecipazione prevalente di alunni della terza Liceo, si esibì, oltre che a Sala, ad Atena, Polla, Sassano, Montesano, San Rufo, e Contursi (17).
(1) G. COLITTI, Il Liceo Ginnasio e l’attività teatrale, in Comune di Sala Consilina, I cinquant’anni di un Liceo Classico a cura di V. Bracco, Arti Grafiche Boccia, Salerno 1984, pp. 39-45.
(2) Notizie fornite da Achille Perrone e da Michele Paladino.
(3) Notizie fornite da Michele Paladino. Ulteriori notizie sono state fornitre successivamente da Michele De Marsico (cl. 1917). I De Marsico tennero il cinema-teatro “Iris” (poi, “Primula”) e per vari anni ancora il cinema-teatro “Adriano”; si recavano anche nelle piazze degli altri paesi (c’è chi li ricorda addirittura a Scalea (Cs) a proiettare film.
(4) Notizie fomite da Rocco Viceconte e Giulio Perongini.
(5) G. COLITTI, Il Liceo Ginnasio cit., pp. 40-41.
(6) Idem, p. 41.
(7) Idem, p. 42.
(8) Idem, p. 42 e n.11.
(9) Notizie fornite da Michele Pernetti, che ne fece parte e che ha conservato sei manifestini di questa filodrammatica. Vi risultano, insieme al nome dell’associazione « P. G. Frassati », il titolo della rappresentazione, i nomi dei personaggi e degli interpreti. Vi si trovano anche i titoli di alcune farse: La consegna è di russare, II fotografo in imbarazzo, Timiducci e Francioni. Tali manifestini, danati dal Pernetti, furono poi conservati nella Biblioteca Comunale di Sala Consilina.
(10) Notizie fornite da Pantaleone Di Somma.
(11) Notizie fornite dall’avv. Igino Cappelli e da Cesare Guariniello, già direttore del Banco di Napoli.
(12) Notizie fornite dall’avv. Igino Cappelli e da Giulio Perongini.
(13) Notizie fornite da Arturo Branda, Vincenzo Mormile e qualche altro.
(14) Notizie fornite dal prof. Italo Siciliani.
(15) Notizie fornite dal prof. Italo Siciliani.
(16) Informazione fornita dalla prof. Fiorella Bracco.
(17) Notizie fornite dal prof. Pasquale Petrizzo.