Il 18 maggio del 1865, in consiglio comunale, si deliberava in favore della banda, già in via di organizzazione, con la garanzia dell’acquisto degli strumenti musicali. Nel settembre dello stesso anno il Ministero della Guerra dava la sua approvazione, affinchè il sergente dei veterani Raffaele Palmieri continuasse a dirigere la banda da lui organizzata, quando ciò non lo distogliesse dal suo servizio. Due anni dopo, però, il comando militare di Sala venne soppresso e col sergente si temette di perdere la banda. Non ci è noto l’esito dell’istanza inoltrata per evitare lo scioglimento.
Per il 1876 abbiamo due fogli di sottoscrizioni a benefìcio dell’istituzione. La banda, diretta dal maestro Satriano, avrebbe suonato in piazza, il giovedì e la domenica, una scelta di cinque pezzi musicali.
In capo a un decennio, la banda era già sciolta. Il 23 maggio 1881, in sede di consiglio comunale, fu nominata una commissione incaricata dello studio del Regolamento per l’istituzione di un nuovo complesso. È probabile, però, che il progetto non sia andato più in porto, o che la banda abbia avuto vita breve, perché al municipio di Scalea, che ne richiedeva le prestazioni, venne risposto, nel 1884, che non esisteva.
In un manifestino del 1885 conservato nell'archivio della Società Operaia "T. Tasso", in occasione di una rappresentazione teatrale nel teatro Duca Oliva si legge:La Filarmonica diretta dall'egregio Signor Giovanni Del Vecchio e composta dai signori Cav. De Vita, Cioffi, Pappafico, Marino, Volpe, G. ... negl'intervalli suonerà scelti pezzi di musica. (1)
Nel 1890 il sindaco Pappafico tenta la ricostruzione e richiede ai colleghi di Eboli e Contursi una copia dei rispettivi regolamenti. L’iniziativa ebbe esito felice.
L’ultima notizia che possediamo è il saldo di un conto, nel 1895, per la riparazione di strumenti (2).
Fin qui le notizie reperibili nei documenti di archivio. La tradizione orale indica vagamente alcuni nomi: Alfonso Marino, trombettiere, ex-garibaldino e facente parte della Guardia Nazionale, Domenico Sorrentino, Michele Focarile.
La nostra fonte, Tanino Viola (cl. 1910), ricordava che nella sua infanzia non c’è mai stata una banda a Sala. Una fanfara, di cui fece parte, fu fondata intorno al 1925 e dipendeva dalla 146a Legione della Milizia. Nella contemporanea Cronaca del Riboldi si trova menzionata una sola volta: nella celebrazione fascista del Natale di Roma del 1926; precedendo le squadre di Balilla e Avanguardisti, «percorse le vie del paese e fece concerto in piazza» (3). Si denominava Banda Legione Alburnina.
Ne fu direttore il maestro Gagliardi, tagliatore di scarpe e diplomato al conservatorio.
I componenti erano: Tanino Viola (clarinetto: quartino), Antonio Spatuzzo (cassa). Natale Lapelosa (tromba in mi). Michele Paladino (tamburo) e un fratello di quest’ultimo (flicorno), Pietro Casaro (sassofono tenore), Giuseppe Gasare (corno, poi tromba in mi bemolle), Tanino Fortunato (clavicorno), Sabatuccio Fortunato (flicorno), Mimi Volpe (clarino), Angelino Tartarone (clarino), Domenico Doti (sassofono contralto), Antonio Malinconico (trombone d’armonia). Alfonso De Feis (trombone di accompagnamento), Michele De Feis (pistone: cornetta), ecc.
Ad essi si aggiungevano, sulle piazze forestiere, «scritturali» delle bande di Auletta, Vietri di Potenza ecc. Anche quelli di Sala andavano a suonare con altre bande. Raggiunsero piazze di vari paesi del salerntano e del potentino. A giudizio della stessa fonte, che ne faceva parte, era una piccola «banda di giro», ma tra quelle contemporanee dei paesi del Vallo era la seconda dopo Sassano, che, pur fondata l’anno successivo, aveva raggiunto, sotto il maestro Capri, un buon livello tecnico.
Il repertorio era costituito da un’antologia di opere (come avviene per tutte le bande): Rigoletto, Aida, Nabucco, Barbiere di Siviglia, L’Italiana in Algeri.
Impartivano lezioni di musica il maestro Giovanni D’Amato, diplomato al Conservatorio di Napoli e sassofono baritono di fama nazionale, originario di Auletta e il maestro Bisogno, di S. Maria di Castellabate; pagavano per le lezioni 5 lire al mese; con una scrittura privata, firmata dai genitori (gli apprendisti erano per lo più minorenni), si impegnavano verso la banda per quattro anni: essa stabiliva multe per il guasto o perdita dello strumento.
La banda risulta ancora in funzione nel settembre del 1928 (4).
___________________________
(1) G. COLITTI, Il Liceo Ginnasio e l'attività teatrale, in Comune di Sala Consilina, "I cinquant'anni d'un liceo classico" a cura di V. Bracco, Arti Grafiche Boccia, Salerno 1984, p. 39, n. 2.
(2) Per la banda musicale più antica si è riportato la scheda fornita da Giovanni Bracco, autore del saggio La musica e le tradizioni musicali, per la Storia del Vallo di Diano, Laveglia, Salerno, in corso di stampa. La documentazione, informa l’autore, abbraccia, in modo frammentario, poco più di tre decenni (Archivio Comunale di Sala Consilina; vecchia collocazione: serie 12a categoria 3a, fascicolo II).
(3) Vedi A. Rimoldi, Cronaca, cit., pag. 186.
(4) Idem, pag. 217.