L'opera degli scalpellini di Padula nelle dinamiche artistiche del Vallo di Diano
di Michele Sanseviero
L'abilità degli artigiani di Padula nella lavorazione della pietra è da ricercare senz'altro in una mescolanza di fattori determinanti, che hanno portato alla formazione di copiose maestranze che, per mole e professionalità, sono state importanti non solo per l’ arte dell’intero comprensorio, ma anche per la sua vita economica e sociale . Il territorio del Vallo di Diano , la cui economia si è sempre basata principalmente sulla produzione agricola, vide aumentare sensibilmente il numero di artigiani, soprattutto in un particolare periodo storico compreso tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo, legando il paese di Padula e la sua pietra, alle vicende dell’arte nell’ intero comprensorio ed oltre. Questa fortunata fase, però, si concluse all’inizio del novecento, a seguito dell’emigrazione che, a partire dall’unità d’ Italia, costituì una piaga sociale che tuttora non si è arginata.
Il seguente lavoro, vuole essere uno studio attento delle condizioni che portarono alla fioritura della scuola degli scalpellini di Padula, ripercorrendo le fasi storiche salienti della lavorazione della pietra nel Vallo di Diano nel corso dei secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri. Si è dato ampio risalto ai rapporti con la Certosa e al ruolo di importanza che questa ricoprì per l’ esercizio dell’arte della scultura e alle figure che in essa lavorarono, prima fra tutte quella di Andrea Carrara, che può essere considerato un caposcuola e personaggio di spicco di un nutrito gruppo di artisti.
Parte integrante del suddetto studio sono le tavole illustrative, frutto di un lavoro di rilievo diretto ed indiretto su fonti documentarie, che è servito per datare, comparare ed analizzare in maniera scientifica le varie opere oggetto di studio.
