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I personaggi di Buonabitacolo


Francesco BRANDILEONE
. Giurista. Nacque a Buonabitacolo il 25 gennaio 1858 da Giovanni e da Teresa Netti nella casa sita oggi in Piazza Sandro Pertini; morì a Roma il 10 aprile 1929. Vero e proprio pioniere della storia del diritto italiano a livello scientifico tra i secc. XIX-XX, dopo i primi studi presso il Seminario di Teggiano, si trasferì a Napoli ove conseguì la licenza con menzione d’onore al Liceo A. Genovesi nel 1878 e si laureò in Giurisprudenza nel 1883. Ancora ventenne, si orientò verso le letterature classiche e la ricerca scientifica antichistica, come attesta lo scritto Le Opere e i Giorni e le Georgiche. Saggio di F. B., apparso in una rivista napoletana del 1879 e recante un’interessante analisi comparata delle poesie di Esiodo e di Virgilio. Si specializzò presso lo Schupfer, in Germania, in Storia del Diritto, materia che insegnò presso le Università di Sassari dal 1886 al 1888, di Parma fino al 1906, di Bologna fino al 1921 (unita anche al Diritto Canonico), quindi di Roma, ove subentrò proprio allo Schupfer. Spirito critico e geniale, dissentì dall’illustre maestro tedesco che voleva il diritto italiano subordinato a quello germanico, rivendicandone le radici romane, e rivelò un profondo acume anche nel campo dei diritti Privato e Canonico. Per quanto concerne il primo settore, eccelse nello studio del periodo alto-medievale, oggetto di numerose pubblicazioni (da segnalare: Il Prochiron Legum, manuale di diritto bizantino dei secc. X-XII del 1895, Studi sul diritto bizantino nell’Italia meridionale, del 1886-9, e Note sull’origine di alcune istituzioni giuridiche in Sardegna durante il Medioevo, in Archivio Storico Italiano, XXX, 1902, interessante saggio ove sosteneva la teoria secondo cui i Giudicati sardi sarebbero stati sviluppati da Goti provenienti dalla Spagna e stanziati in Sardegna nel secolo IX); in merito al secondo, ricordiamo: Pensioni ecclesiastiche (1901), Saggi sulla celebrazione del matrimonio in Italia (1906), Studi sui lasciti per l’anima (1911-2).  Fu membro dell’Accademia Pontaniana e dell’Accademia dei Lincei. Al suo più illustre concittadino Buonabitacolo ha dedicato una strada e la Scuola Media e, nel 60° della morte, il bel convegno “Francesco Brandileone nella storiografia giuridica italiana”. (I. Gallo, Francesco Brandileone. Un giurista tra filologia e storia, in “Quaderni della Società Salernitana di Storia Patria” 2, Laveglia ed. 1989 - Per un approfondimento bibliografico, cfr. E. Giudice, Storia civile e religiosa di Buonabitacolo, Ed. Cantelmi 1992)

Pietro Francesco DE MARTINO. Decoratore e quadraturista. Nacque a Buonabitacolo il 2 luglio 1681 da Felice e da Agnese Romano. Fu attivo tra Vallo di Diano e  Lucania tra il 1713 e il 1745, su committenza ecclesiastica, principalmente come autore di cornici, volute e quadrature barocche sempre in collaborazione con pittori o frescanti locali. Nel 1713 realizzò le decorazioni del monastero di Maria SS. della Colomba ad Atena Lucana e nel ‘15 quelle della navata centrale della Chiesa conventuale di S. Antonio a Polla, affiancandosi in entrambi i casi al pittore pollese Anselmo Palmieri. Analogamente, nel 1724 decorò la Chiesa conventuale di S. Francesco d’Assisi a Padula, che il Palmieri affrescò col bel ciclo pittorico della Vita di Gesù. Tra il ‘33 e il ‘34, nella Certosa di S. Lorenzo insieme a Nicolò Di Sardo dipinse gli ambienti interni del piano inferiore della Spezieria, della Foresteria nobile e, con ogni probabilità, anche della Loggia cinquecentesca dell’appartamento Priorale (ma forse il suo intervento è presente anche altrove nel cenobio). Nel 1745 fu a Teggiano, impegnato a decorare il soffitto cassettonato della chiesa di S. Francesco. Lavorò anche fuori del Vallo e pare di riconoscere la sua mano nei restauri barocchi dell’interno della cattedrale di Matera. Ad ogni modo, dopo il 1745 non abbiamo ulteriori notizie sulla sua vita. (A. D’Acunti, Studio su Francesco De Martino da Buonabitacolo, Tesina universitaria, 2009).

Nicola DE MARTINO. Vescovo. Tra i personaggi più illustri della storia religiosa e civile di Buonabitacolo, nacque il 17 dicembre 1818 da don Elia e donna Teresa Lombardi, facoltosa famiglia della borghesia di provincia. Dopo aver compiuto gli studi teologici nel seminario di Novi, fu ordinato sacerdote il 18 settembre 1841, divenendo poi uno dei primi canonici della novella diocesi di Teggiano, istituita nel 1851 con la denominazione di Diano. Professore di Sacra Scrittura nel locale Seminario, ebbe come studenti anche laici, segnalandosi per lo zelo, la disponibilità e l’umiltà non comuni. Tra il 1854 e il ‘59 fu parroco della Chiesa Matrice della SS. Annunziata, della quale curò personalmente il restauro integrale, specie dopo il sisma del 1857. Nel gennaio del 1858 fu lui a firmare l’atto di battesimo di un neonato, a nome Francesco Brandileone, futuro sommo giurista. Il Russo annota come «Tra gli applausi dei liberali e gli evviva dei voltagabbana trascorsero i furori del 1860, che travolsero non pure astiosi reazionari, ma anche uomini rispettabili, che, come Nicola De Martino, non avevano voluto far torto alla coerenza»… e così dovette emigrare con amarezza a Napoli. Fu poi vicario generale a Caserta e a Cerreto Sannita ove fece amicizia con il vescovo Luigi Sodo, che lo volle con sé a Roma per il Concilio Vaticano I. Consacrato lui stesso vescovo il 22 dicembre 1871 e destinato a Venosa, durante il suo episcopato curò la formazione dei candidati al sacerdozio e del clero con instancabile energia. Affiancato nel 1876 da un vescovo coadiutore, si dimise per motivi di salute due anni più tardi, ritirandosi a vita privata nel napoletano, a Lettere (presso Castellammare di Stabia). Morì nel sonno la notte dell’11 maggio 1881 a Resina (oggi Ercolano). La salma fu poi traslata a Buonabitacolo e tumulata nella cappella di famiglia. (N. Russo, “Omelie pastorali” di mons. Nicola De Martino, 2008).

Francesco Antonio LEOPARDI. Vescovo. Nacque il 21 gennaio 1635 da Fabrizio e da Geronima Palombo, di nobili e antiche origini. Ordinato sacerdote il 14 marzo 1671, provvide alla decorazione artistica della cappella di san Domenico, fondata poco prima dai Leopardi di fronte al palazzo baronale dei Picinni (altra nobile famiglia locale che unirà poi il suo cognome a quello Leopardi, per averne ricevuto in donazione proprio la suddetta cappella). Dopo alcuni prestigiosi incarichi (protonotario apostolico, vicario generale e capitolare di Cassano, visitatore apostolico di Capaccio), fu elevato al soglio episcopale il 27 settembre 1683 e destinato alla diocesi di Marsico. Il suo servizio - seppur breve - valse a segnare una ripresa della vita cristiana del luogo, moralizzandone i costumi e disciplinando la vita ecclesiastica mediante frequenti visite pastorali, utili spesso a dirimere annose ed incresciose questioni (si ricordino pacificazione col clero di Saponara dopo anni di discordie o la volontà di unificare sotto l’unica giurisdizione vescovile tutte le parrocchie e i conventi presenti). Il 1 ottobre 1685, il papa Innocenzo XI lo promosse arcivescovo di Tricarico, popoloso centro agricolo del Materano. Anche qui il Leopardi profuse tutto il suo zelo, emanando sagge leggi pastorali e guidando con rettitudine le anime. Fondamentale e particolarmente lodevole fu il suo impegno nell’opera di ricostruzione dopo il violento terremoto dell’8 settembre 1694. Morì il 10 febbraio 1717, forse a Montemurro, dal momento che di questo paese il vescovo di Tricarico ne aveva all’epoca titolo di marchese. (L. Ventre, La Lucania, dalle origini all’epoca odierna vista e illustrata attraverso la storia della città di Marsiconuovo, M. Pepe ed. 1965 – E. Giudice, Storia civile e religiosa di Buonabitacolo, Ed. Cantelmi 1992).

Nicolò SPINELLI. Vescovo. Il 3 febbraio 1661, dal dottor Carlo e da donna Diana Leopardi, nacque in Buonabitacolo un’altra futura gloria vescovile. Laureatosi a Napoli nel 1682 nelle materie giuridiche, lo Spinelli divenne sacerdote il 6 aprile del ’92 e subito, per le sue particolari doti intellettive e il suo carisma spirituale, nominato abate della comunità monastica di S. Egidio ad Altavilla Silentina. Il 30 agosto 1713 fu eletto vescovo di Ugento, nel Leccese, da papa Clemente XI, nel quale incarico profuse tutto il suo zelo nel sostentamento morale e materiale del gregge affidatogli. Particolarmente significativa la sua azione contro la dilagante mentalità illuministica del tempo, tendente ad affermare la “religione naturale” rispetto al tradizionale magistero della Chiesa. Si spense prematuramente il 5 giugno 1718 a Napoli e venne ivi tumulato nella chiesa di S. Maria Ognibene. (E. Giudice, Storia civile e religiosa di Buonabitacolo, Ed. Cantelmi 1992). 

                                                                              Vincenzo Maria Pinto